Agostino Satta
È difficile riordinare le idee e scrivere qualcosa per qualcuno che ti è stato vicino poco più di trent’anni e che ora non cè più. Solo quando è troppo tardi, e solo la morte ti fa scoprire quanto ti è cara una Persona. E difficile anche scindere la figura di Agostino il collega da Agostino l’amico. Quale delle due prevale?
Un aspetto positivo dell’Amministrazione Forestale è che ti permette di conoscere buoni amici durante il percorso lavorativo comune. A volte queste cose si scoprono tardi, spesso quando la persona cara non ti è più vicina.
Da attempati forestali, cogliamo l’occasione per rivolgerci ai colleghi, specie ai più giovani, affinché si guardino attorno per magari scoprire, nel collega che li affianca nel servizio, anche un buon amico. A me è capitato.
Con Agostino siamo cresciuti assieme, come forestali e come persone. Di pari passo, nel nostro rapporto abbiamo coinvolto le famiglie e, insieme a quelle di pochi altri colleghi, formavamo un gruppo affiatato. Siamo stati bene insieme. Agostino era spesso l’elemento trascinante. Ci univa l’età non più giovane. Ci piaceva ricordare vecchi aneddoti, spesso conditi di sana ironia, su colleghi o avvenimenti che ci avevano visti protagonisti in trent’anni di servizio.
Puntualmente le mogli si lamentavano perché i nostri argomenti erano sempre riferiti al lavoro. Erano soprattutto queste le occasioni in cui Agostino stava bene con sé e con gli altri.
Gli piaceva molto la compagnia e con lui si stava bene.
Mi piace ricordarlo sempre di buon umore, con una visione ottimista della vita, proiettata nel futuro.
Negli ultimi tempi, prima di ammalarsi, il suo chiodo fisso era quello di raggiungere l’aspirata pensione, che desiderava fortemente condividere con la sua famiglia.
Pensione che avrebbe maturato quest’anno. Una beffa del destino.
Per noi colleghi che abbiamo cercato di essergli vicino nel suo triste cammino verso la morte è stata una pena. Una sofferenza ancor maggiore per i suoi familiari,
per l’inseparabile moglie Luisa che vedeva il suo corpo consumarsi ogni giorno di per per un male incurabile.
Per lui sono stati tre lunghi mesi di sofferenze alternati a poche speranze e a, una triste percezione della realtà. Dai suoi occhi traspariva una domanda che sicuramente rivolgeva a se stesso e al fato: perché questo male?
Per natura ottimista, all’inizio ha fermamente creduto di poter vincere la sua battaglia. Noi, pur incoraggiandolo, vedevamo il suo corpo abbandonarlo sempre di più).
Il suo ultimo giorno di lavoro presso la Base Elicotteri di San Cosimo è stato il 14 settembre. E venuto a. mancare il 24 dicembre 2006,1asciando l’amata moglie Luisa e i due affezionati figli e dopo aver realizzato tanto nel1a sua vita prematuramente spezzata.
Agostino mancherà a tutti quelli che 1o hanno conosciuto. A noi resta il ricordo di un buon collega e di un amico che non cè più. Agostino Satta era nato a Lanusei il 30.8.1950.
Nell’anno 1975 freguentava il primo corso di Guardie Forestali indetto dalla Regione Sardegna per essere poi destinato al Comando Stazione Forestale di Muravera dove prestava servizio sino al 1985.
Avuto il trasferimento a Lanusei, face fronte, insieme ai pochi colleghi cbe allora formavano il contingente del Corpo Forestale Regionale, ai dfficili problemi connessi al servizio in Ogliastra.
Nell’anno 1992 comandava la Stazione di Villagrande per poi frequentare, nel 1992, il corso da Sottufficiali.
Promosso Sottufficiale, prestava servizio presso la Stazione Forestale di Tortoli fino al 1995, per poi essere assegnato prima alla Stazione Forestale di Lanusei e per ultimo all’Ispettorato Forestale di Lanusei.
Cesario Giotta